L’Energy & Strategy Group presenta l’Electricity Market Report

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Il cammino intrapreso dalle rinnovabili una decina di anni fa è definitivo e non reversibile. È questo uno dei temi chiave dell’Electricity Market Report, realizzato dall’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, e presentato nei giorni scorsi a Milano. Lo studio traccia una fotografia del mercato elettrico italiano e lo analizza nel dettaglio attraverso 18 trend di cambiamento e il benchmark con altri Paesi europei, raccogliendo il parere di un campione di operatori della generazione, distribuzione, trasmissione e vendita di energia elettrica, nonché di un panel di esperti e ricercatori del settore in Italia.

Il 78% degli operatori considera raggiungibile il traguardo del 50% di rinnovabili sulla produzione totale di energia elettrica entro il 2021. La crescita dei prosumer è data per certa dal 63% degli operatori, con un raddoppio della quota attuale sulla produzione complessiva, che raggiungerebbe il 4% e un totale di 2,5 GW. Alte, inoltre, sono le aspettative riguardo al comparto dello storage, con oltre il 70% del campione a favore di una crescita nel breve termine. Infine, il comparto delle rinnovabili vedrà terminare la disponibilità di incentivi e anche la priorità di dispacciamento, lasciando quindi attivi solo gli operatori che avranno investito in competenze e strutture organizzative di gestione delle fonti rinnovabili.

«Il mercato elettrico italiano si trova di fronte, per la prima volta dopo molto tempo, a un momento di seria riflessione sul modo migliore di innovarsi» spiega Vittorio Chiesa, direttore dell’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano, «tenendo conto da un lato del ruolo critico che esso gioca per la sicurezza energetica del Paese, dall’altro delle grandi potenzialità che le nuove tecnologie, dallo storage ai sistemi smart di gestione dell’energia, e i nuovi modelli di business come gli aggregatori virtuali possono avere nel garantirne lo sviluppo e la crescita. La competizione con gli altri Paesi europei comincia a far sentire i propri effetti, ed è necessario non restare indietro. Quello delineato dalla survey è uno scenario estremamente lento», aggiunge Chiesa, «dato che oltre il 76% degli intervistati crede che questi cambiamenti avverranno non prima del 2021-2025. Lentezza che avrà delle ricadute importanti: da un lato in positivo, perché permetterà agli operatori storici del nostro Paese di adeguare le proprie competenze e la propria offerta di servizi, e a quelli delle rinnovabili di portare a termine il processo di professionalizzazione e concentrazione già in corso ormai da qualche anno; dall’altro in negativo, perché, a differenza di quanto accaduto ad esempio in Inghilterra o in Germania, ridurrà la spinta competitiva apportata da nuovi operatori che avrebbero invece potuto approfittare della rapidità dei cambiamenti per aggredire, in puro spirito imprenditoriale, il mercato».

Per scaricare la presentazione: “Il futuro del mercato elettrico in Italia: i risultati della survey

(sb)