Legambiente sul decreto FER: “Grave ritardo. Ma ora si acceleri l’approvazione”

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“Arriva con un anno di ritardo il decreto che dovrà spingere la diffusione delle fonti rinnovabili in Italia, dando seguito a quanto previsto dalla Strategia Energetica Nazionale e dalle direttive europee. Al ministro Calenda chiediamo di accogliere le proposte di modifica provenienti dalle associazioni delle fonti rinnovabili, per arrivare a una rapida approvazione. Ma soprattutto di aprire finalmente le porte all’autoproduzione e distribuzione locale di energia da fonti rinnovabili, ancora bloccata da assurde barriere, indispensabile per permettere a famiglie e imprese di beneficiare appieno di un modello distribuito da fonti pulite”. Sono le parole di Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, in riferimento alla bozza del decreto FER, che contiene importanti novità per l’incentivazione delle fonti rinnovabili per il triennio 2018-2020.

L’associazione contesta innanzi tutto il ritardo dell’approvazione del provvedimento, che dovrebbe spingere interventi già nel 2018, ma che invece vedrà solo a novembre aprire le aste e i registri previsti, ritardando quindi gli investimenti necessari a far ripartire le installazioni da fonti pulite in Italia.

Legambiente si è espressa anche in merito al fotovoltaico. La bozza del decreto FER, infatti, prevede l’introduzione di meccanismi di incentivazione anche per questo settore. Per quanto riguarda il solare sono esclusi dagli incentivi solo gli impianti con potenza inferiore a 20 kWp, dato che possono accedere alle detrazioni fiscali. Per tutte le altre taglie sono previsti tre gruppi: impianti da 20 a 100 kWp, da 100 a 1.000 kWp, e oltre 1 MW. Rispetto al provvedimento, Legambiente sottolinea solo un aspetto ritenuto “particolarmente delicato e preoccupante”, in quanto sono previsti incentivi per il fotovoltaico anche in siti contaminati, discariche e cave esaurite senza che vi sia alcun obbligo di bonifica o di recupero delle aree stesse.

«Il ministro Calenda dovrebbe garantire in questa fase la massima trasparenza e rapidità di approvazione del provvedimento, accogliendo le proposte di modifica che provengono dal Coordinamento Free, per superare alcuni limiti e problemi del testo», aggiunge Zanchini. «È inoltre arrivato il momento nel nostro Paese di superare le barriere che incontrano famiglie, condomini e imprese nell’autoproduzione e nella distribuzione locale di energia prodotta da fonti rinnovabili. Nella SEN si apriva a questa prospettiva, ma il rischio è che nell’incertezza politica dei prossimi mesi questo tassello indispensabile per il pieno sviluppo delle energie pulite a beneficio dei territori, sia ancora una volta rinviato. Al ministro dello Sviluppo Economico chiediamo pertanto di presentare quanto prima una proposta in modo che si possa aprire un confronto politico e un approfondimento con gli operatori del settore».

(s3)