La cessione del credito di imposta del 50% per ristrutturazione edilizia e fotovoltaico e del 65% per l’Ecobonus non convince l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che ritiene possa generare un’indebita distorsione del mercato a vantaggio di pochi operatori. È quanto contenuto nel documento inviato nei giorni scorsi da Roberto Rustichelli, presidente dell’Autorità Garante, all’attenzione del presidente del Senato e della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, del presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e del presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico.
In particolare, nel documento si legge: “L’Autorità rileva che la norma in esame, nella sua attuale formulazione, appare suscettibile di creare restrizioni della concorrenza nell’offerta di servizi di riqualificazione energetica a danno delle piccole e medie imprese, favorendo i soli operatori economici di più grandi dimensioni. Ed infatti, il nuovo sistema di incentivazione fiscale, si pone, in ragione delle modalità prescelte per il trasferimento dei crediti fiscali dai soggetti aventi diritto ai fornitori, quale meccanismo fruibile, nei fatti, solo dalle imprese di grande dimensione, che risultano le uniche in grado di praticare gli sconti corrispondenti alle detrazione fiscali senza confronti concorrenziali, potendo compensare i correlativi crediti d’imposta in ragione del consistente volume di debiti fiscali, godendo anche di un minor costo finanziario connesso al dimezzamento da 10 a 5 anni del periodo di compensazione del credito d’imposta.
In conclusione, l’Autorità ritiene che la norma in oggetto, nella misura in cui non prevede la possibilità di successiva cessione del credito a terzi, con le modalità opportunamente definite dell’Agenzia delle Entrate, possa generare un indebita distorsione del mercato a vantaggio di pochi operatori, a detrimento delle imprese di medie e piccole dimensioni attive nell’offerta dei servizi di riqualificazione energetica, con evidenti ricadute negative ai danni dei consumatori, i quali vedrebbero significativamente ridotta la loro libertà di scelta”.
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