Anie Rinnovabili: FV su tetto, sistemi di distribuzione chiusi e storage al centro degli obiettivi per il 2019-2021

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Oggi, giovedì 11 luglio 2019, Anie Rinnovabili ha presentato gli obiettivi del nuovo direttivo per il biennio 2019-2021. A partire dal Piano Nazionale Energia e Clima (Pniec), l’associazione ha suddiviso i nuovi obiettivi in cinque categorie: piccoli impianti, grandi impianti, revamping, aree a vocazione energetica e storage.

Nel primo caso, per gli impianti fino a 1 MWp Anie intende accelerare sullo sviluppo del concetto di autoconsumo individuale e collettivo condominiale, proponendo fino al 2022 l’estensione della detrazione fiscale per fotovoltaico e sistemi di accumulo, promuovendo i sistemi di distribuzione chiusi, semplificando gli iter burocratici con il modello unico fino a 50 kWp di potenza e aumentando gli obblighi di copertura da FER sui nuovi edifici e sugli edifici esistenti. Inoltre l’associazione chiede che vengano spostati dal periodo 2030-2025 al periodo 2020-2025 gli obiettivi di nuova potenza installata compresa tra i 3 e i 4 GW annui.

Per quanto riguarda le installazioni di potenza superiore a 1 MW, Anie intende lavorare per introdurre il super ammortamento e tutelare i PPA. L’associazione chiede inoltre più chiarezza sul revamping, sia attraverso la dotazione di dati chiari su questo segmento di mercato, da parte di GSE e Terna, sia per quanto riguarda le modalità di intervento. Lo stesso vale per lo storage: Anie sta già lavorando sulla possibilità di fornire dati sulle installazioni in Italia dando maggiore chiarezza, oltre al già avviato dialogo con gli enti locali per la realizzazione di nuovi bandi regionali per l’incentivazione dei sistemi di accumulo.

«Nel biennio 2017-2019 abbiamo lavorato su tantissimi aspetti, rafforzando allo stesso tempo la nostra posizione di associazione, come dimostrano i 41 nuovi associati», spiega Alberto Pinori, presidente di Anie Rinnovabili. «Anche per il prossimo biennio gli obiettivi sono ambiziosi. Daremo priorità ai nuovi obiettivi senza senza dimenticarci che l’Italia è fatta di tetti da riempire con impianti fotovoltaici e di piccole medie imprese che rappresentano il vero tessuto industriale italiano. Un tessuto che va salvaguardato».

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