Italia Solare ad Agcom: “Valutare ed eliminare gli effetti distorsivi della cessione del credito”

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Italia Solare

L’associazione Italia Solare ha inviato una lettera all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcom) e, per conoscenza, all’Agenzia delle Entrate nella quale evidenzia come il meccanismo della cessione del credito d’imposta introdotto con l’articolo 10, comma 3 ter, del cosiddetto Decreto Crescita avvantaggia i grandi operatori. Il tutto va a discapito dei piccoli e medi che operano solamente nel settore del fotovoltaico e che non hanno una disponibilità finanziaria tale da poter gestire una simile dinamica. La capienza economica necessaria, infatti, vi può essere solo per quelle imprese che traggono la maggior parte dei loro proventi da attività diverse dalla vendita di impianti fotovoltaici.
Italia Solare sollecita perciò l’Agcom affinchè evidenzi al Governo e al Parlamento gli effetti distorsivi di mercato di tale articolo, che chiede vengano valutati ed eliminati. “La norma – scrive l’associazione – introduce un elemento fortemente distorsivo della concorrenza, in quanto garantisce ‘incentivi’ e opportunità di mercato di fatto fruibili solo da operatori di grandi dimensioni e non focalizzati sul business fotovoltaico, penalizzando diversamente tutti gli altri operatori e la quasi totalità dell’attuale filiera di vendita degli impianti fotovoltaici residenziali”.
Il Provvedimento Attuativo del comma 3 ter dell’articolo 10 dell’Agenzia delle Entrate, ricorda l’associazione, ha rimosso per i soggetti cessionari del credito derivante dalle detrazioni fiscali i limiti quantitativi alla compensazione dei crediti fiscali, previsti dalle leggi vigenti. Tale provvedimento ha così permesso ai grandi gruppi industriali del settore energia di fare un uso illimitato del beneficio, possibilità evidentemente preclusa alle piccole e medie imprese. Italia Solare chiede quindi ad Agcom di verificare se l’interpretazione corretta dell’Articolo 10 comma 3 ter del DL Crescita comporta il mantenimento dei limiti esistenti alla compensazione dei crediti fiscali, ivi incluso il limite annuale di 700mila euro all’importo delle imposte, tasse e contributi compensabili, considerato anche l’impatto sulla concorrenza e segnalarlo all’Agenzia delle Entrate.
Infine l’associazione chiede che vengano valutate azioni per evitare che società direttamente e indirettamente partecipate dal Ministero per l’Economia e le Finanze si trovino in situazioni di vantaggio competitivo rispetto agli altri operatori.

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