Le associazioni Ater e Italia Solare hanno scritto una lettera al ministro per lo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli per esprimere la loro posizione in merito alla nuova disciplina delle sanzioni per gli impianti da fonti rinnovabili incentivati, come previsto dall’art. 13-bis della legge n. 218 del 2 novembre 2019. L’obiettivo della comunicazione è la salvaguardia della produzione di energia pulita e delle aziende e dei privati che hanno investito in impianti da fonti rinnovabili.
“Premesso che la logica del taglio delle tariffe come unica tipologia di sanzione appare sbagliata ed esagerata e che si auspica un drastico cambiamento di rotta per il futuro”, si legge in un comunicato delle due associazioni, “l’applicazione delle sanzioni dovrebbe seguire una logica di salvaguardia della produzione di energia da fonti rinnovabili, anche in virtù degli obiettivi comunitari esplicitati dal Pniec. Tale logica dovrebbe portare a impostare le sanzioni con decurtazioni massime del 10% fatto salvo i casi accertati nei quali è in corso un procedimento penale, in modo da ridurre il rischio di perdite, parziali o totali, delle produzioni energetiche degli impianti fotovoltaici”.
Per Ater e Italia Solare, qualsiasi taglio delle tariffe, anche minimo, si traduce in seri problemi di sostenibilità finanziaria delle aziende di riferimento, con inevitabili difficoltà a garantire la continuità della manutenzione degli impianti stessi e quindi la loro operatività. Inoltre, per le associazioni è importante evitare l’applicazione di riduzioni tariffarie in presenza di errori o imprecisioni che possono essere rimediati dal soggetto responsabile risolvendo la mancanza o fornendo un’adeguata spiegazione sulle ragioni che hanno portato al verificarsi dell’imprecisione.
“In particolare”, continua la nota, “le associazioni suggeriscono di limitare i casi di decadenza assoluta ai soli impianti oggetto di procedimenti penali in corso o definiti con sentenza. Al fine di incentivare le attività di revamping le associazioni raccomandano la possibilità di sanare senza conseguenze eventuali violazioni effettuate in fase di ripristino o miglioramento dell’impianto o di interventi di manutenzione in genere. In ogni caso, eventuali sanzioni dovrebbero essere applicate per limitati periodi temporali e non certo su tutto il periodo residuo dell’incentivo e quindi ancor meno sul passato. Si ritiene pertanto opportuno riflettere sull’applicazione di periodi di prescrizioni”.
Infine, le associazioni esortano il ministro affinché il testo del decreto “controlli” sia posto in consultazione prima della sua adozione finale.
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