Il settore italiano delle utility vive una fase di grande rinnovamento e si conferma perno dell’economia italiana, anche sulla spinta degli investimenti, che nel 2018 hanno superato i 6,6 miliardi di euro, con una crescita del 18,7%. È quanto emerso questa mattina a Milano in occasione della presentazione del rapporto Top Utility di Althesys. Come ogni anno, il report traccia il quadro delle maggiori 100 utility pubbliche e private nei settori gas, luce, acqua e rifiuti, e approfondisce i diversi aspetti delle attività svolte: economici, ambientali, di customer care, tecnologici e di corporate social responsibility.
«Il settore dei servizi pubblici», spiega Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys e coordinatore del gruppo di ricerca Top Utility, «sta affrontando un momento di profondi cambiamenti sull’onda delle grandi sfide contemporanee, quella climatica e quella tecnologica, dove i colossi e i nuovi protagonisti sono chiamati a gestire complessità e standard di qualità crescenti. La corsa agli investimenti delle top utility, che si rivelano le più pronte, conferma un trend emerso già l’anno scorso e anche oggi evidenziato dall’aumento della quota del fatturato destinato a questa voce, mentre ricerca e innovazione assumono un peso crescente».
Complessivamente, le 100 maggiori utility italiane hanno generato nel 2018 un valore della produzione di 114 miliardi, pari al 6,5% del PIL, un dato in aumento del 2,8% rispetto al 2017. Il settore continua a essere frammentato tra pochi grandi operatori (sono 11 quelli che superano il miliardo di fatturato) e molti medio-piccoli (oltre la metà sono sotto i 100 milioni di euro). Nonostante le periodiche discussioni sulla privatizzazione dei servizi, il rapporto ricorda che il 62% delle utility è a capitale completamente pubblico e solo il 4% privato. Le 100 maggiori utility hanno inoltre un peso centrale nei servizi pubblici: coprono quasi il 75% delle vendite di energia elettrica in Italia, oltre il 60% del gas venduto, il 41% dei rifiuti urbani raccolti e il 70% dell’acqua distribuita.
Secondo il report, inoltre, le multiutility e le monoutility idriche hanno chiuso con un aumento dei ricavi del 7,4% e del 2,3%. Le utility elettriche sono cresciute dell’1,4% rispetto al 2017, quelle del gas del 12,7%. Tornando agli investimenti, un dato rilevante evidenziato dal rapporto è l’aumento della quota del fatturato destinata agli investimenti, che passa dal 4,9% del 2017 al 5,8%. Gli investimenti maggiori sono nel settore elettrico con 3,1 miliardi di euro, che equivalgono al 47% del totale e segnano un +22,9% sul 2017. Il maggior incremento in termini percentuali è invece quello del settore rifiuti che, con 154,6 milioni investiti, aumenta del 57,9% rispetto al dato precedente. Anche la ricerca e l’innovazione stanno assumendo sempre maggior peso: le risorse destinate sono salite del 47% rispetto al 2017.
Tra le novità di quest’anno, lo studio ha dedicato particolare attenzione alla mobilità sostenibile. Cresce infatti l’impegno delle Top 100 nello sviluppo di progetti sulla mobilità sostenibile nelle città. Aumentano le iniziative di smart mobility, con il 25,5% delle aziende che ha dichiarato di averne allo studio o in corso di realizzazione e il 21,3% che ne ha già alcune operative. Una utility su due (il 48,9%) svilupperà nuovi progetti per le infrastrutture e il 34% ne ha già attivi. Le Top 100 hanno installato ad oggi 12.000 punti di ricarica elettrica pubblica e nei prossimi tre anni ne sono previsti oltre 30.000.
Infine, nel corso della giornata sono stati anche assegnati gli attesi premi alle eccellenze italiane del settore. Il primo premio è stato riconosciuto a MM-Metropolitana Milanese. Prima per “Sostenibilità” è Acea, mentre per la “Comunicazione” si è distinta la veneta Etra. Nella categoria “Consumatori e Territorio”, sale sul podio il piemontese Gruppo Egea, mentre per le “Performance Operative” la friulana Ambiente Servizi. Infine, per la nuova Categoria “Diversity”, ha vinto Iren.