All’interno del numero di luglio/agosto di SolareB2B è pubblicato un approfondimento sullo smaltimento di pannelli fotovoltaici. In particolare l’articolo analizza il traffico illecito di moduli dismessi che assume dimensioni sempre più preoccupanti.
Destinatari di questi moduli, venduti per nuovi sulla carta, sono diversi Paesi esteri tra i quali Mali, Senegal, Burkina Faso e Mauritania. Le organizzazioni criminali prelevano a costo “zero” pannelli fotovoltaici per rivenderli e assicurarsi persino i finanziamenti del programma multinazionale varato dalla Banca africana per lo sviluppo, che intende portare elettricità a 900.000 abitanti entro il 2025. Progetto peraltro in parte finanziato tramite erogazione di incentivi dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Sostenibile.
Questa è una delle conseguenze più gravi di una normativa, quella relativa allo smaltimento dei moduli fotovoltaici, che negli anni ha subito diverse modifiche e sotto certi aspetti risulta purtroppo frammentaria o inadeguata. Per capire quanto questo possa essere pericoloso e incentivante i sistemi criminali, occorre avere una fotografia del mercato fotovoltaico italiano odierno. Attualmente sui tetti degli edifici italiani sono operativi 85 milioni di moduli fotovoltaici installati tra il 2005 e il 2013. Di questi, 75 milioni relativi ai Conti Energia dal 1° a parte del 4° sono privi della copertura di garanzia finanziaria per il trattamento fine vita perché sono stati installati prima dell’emanazione del Decreto 49/2014 che ha inserito l’Ecocontributo a carico del produttore. Questi pannelli pian piano iniziano a essere sostituiti o dismessi ma, non essendo coperti da garanzia finanziaria, sono una potenziale bomba ecologica.
Ora che il governo deve recepire le normative EU per la circular economy, è tempo di avanzare richieste. Come stanno già facendo consorzi e associazioni che oltre a richiedere una semplificazione e una maggior trasparenza nell’iter di smaltimento, pongono attenzione anche al costo di trasporto e di smaltimento dei moduli fotovoltaici imposto dal GSE ai produttori ritenuto dai più eccessivo. L’obiettivo di tutte le proposte portate in Parlamento è quello di contrastare azioni illegali che, se non ostacolate, rischiano di minare la stabilità del mercato.
Hanno partecipato all’inchiesta PV Cycle ed Ecoem
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