Coldiretti Rovigo ha scritto ai Sindaci dell’area del Polesine, in Veneto, per avviare un dialogo sul tema della realizzazione di impianti fotovoltaici a terra con l’obiettivo di contrastare il consumo del suolo.
Nel Polesine si assiste allo sviluppo di numerosi progetti di realizzazione di importanti impianti fotovoltaici a terra che, secondo Coldiretti, rischiano di compromettere la vocazione agricola e rurale. “Speculazioni su una provincia che ha già pagato un conto salato quanto a fotovoltaico e che ora è di nuovo sotto le attenzioni di improbabili offerte economiche rivolte ai proprietari di terreni”, si legge in una nota di Coldiretti Rovigo, “con vincoli importanti e soprattutto con tante incognite sul futuro di quelle aree, il tutto venduto in una chiave ambientalistica che contrasta con l’idea di preservazione e valorizzazione di un territorio fragile, ma con tante peculiarità ambientali, paesaggistiche e una chiara vocazione agricola”.
Il presidente di Coldiretti Rovigo, Carlo Salvan, ha spiegato: «Sull’utilizzo delle energie da fonti rinnovabili, come associazione, siamo assolutamente d’accordo qualora si applichi previamente a quelle migliaia di metri quadri disponibili su tetti, parcheggi, aree produttive e commerciali, aree dismesse o comunque non idonee all’attività agricola, che possono rispondere a questa esigenza». Le preoccupazioni legate alla tematica del consumo del suolo hanno trovato anche la condivisione del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e del ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, contrari a questi progetti.
«Come Coldiretti Rovigo, siamo convinti che la terra destinata all’agricoltura debba rimanere tale, col principale scopo della produzione di cibo sano e di qualità, ancora più strategico in questo periodo pandemico, e non a progetti che sul territorio non lasciano alcunché, anzi, sottraggono buon terreno ed impoveriscono il sistema economico locale. Per questo confidiamo nel supporto delle amministrazioni locali e nella sensibilità di tutti coloro che condividono la tutela del nostro Polesine», ha concluso Carlo Salvan.