A pochi giorni dalla conversione in legge del DL Agricoltura, Alessandro Migliorini, Ceo per l’Italia di European Energy, ha evidenziato i rischi di una delle due novità introdotte. Si tratta del diritto di superficie e, nello specifico, dell’estensione a sei anni anche ai contratti preliminari.
«La norma è negativa per la sua retroattività», dichiara Alessandro Migliorini, «perché colpisce anche gli impianti da fonti rinnovabili in fase autorizzativa avanzata. Essendo contemplato il diritto di recesso, tanti proprietari di terreni hanno rivisto i contratti rincarando i prezzi, forti del fatto che un investitore con un impianto in fase di autorizzazione da diversi mesi si potrebbe trovare con le spalle al muro e accettare qualsiasi condizione economica».
Migliorini ha invece accolto con favore la modifica al comma 2. In questo caso, le limitazioni agli impianti da fonti rinnovabili in aree agricole non si applicano ai progetti autorizzati. O meglio, non si applicano ai progetti “per i quali, alla data di entrata in vigore del presente decreto, sia stata avviata almeno una delle procedure amministrative, comprese quelle di valutazione ambientale, necessarie all’ottenimento dei titoli per la costruzione e l’esercizio degli impianti e delle relative opere connesse ovvero sia stato rilasciato almeno uno dei titoli medesimi”.
«Questa è un’importante novità», conclude Migliorini. «Al 30 giugno 2024 si contavano almeno 5 GW di progetti per i quali Terna aveva dato esito positivo alla richiesta di connessione. A questi si aggiungono i tanti impianti conformi alla valutazione di impatto ambientale. Tuttavia, finché non avremo la mappa delle aree idonee non possiamo fare molti calcoli, soprattutto sui nuovi progetti».