Regione Sardegna non ha individuato le aree idonee, ha semplicemente reiterato la moratoria. È questa una delle prime riflessioni di Italia Solare alla luce del disegno di legge sulle aree idonee pubblicato dalla Regione giovedì 19 settembre. Secondo l’associazione, emerge in modo evidente che la Regione non abbia fatto alcuna valutazione tecnica del territorio. Per Italia Solare, infatti, si tratta di fatto di una mera presa di posizione politica.
Gli spazi definiti idonei non sono molto diversi da quelli della moratoria. Sembra, ad esempio, che gli impianti a terra possano essere realizzati solo nelle aree industriali a seguito delle limitazioni introdotte per gli impianti agrivoltaici. Ma a causa dei limiti imposti dall’allegato G, risulterebbe comunque difficile realizzare impianti a terra anche in queste aree.
«Questo DDL non individua le aree idonee, ma semplicemente reitera la moratoria. Pertanto, non è in alcun modo accettabile», dichiara Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare.
«L’approccio, piuttosto che tecnico, si rivela prettamente giuridico e politico, con il risultato che molte aree potenzialmente idonee sono escluse senza giustificazioni coerenti. Il testo risponde alle polemiche dei sardi, frutto di una ampia campagna di disinformazione, ma non pensa al loro futuro. Nella relazione non compare nessuna spiegazione in merito ai criteri utilizzati per la definizione delle aree idonee e non si fa cenno alcuno ai calcoli effettuati per verificare il raggiungimento degli obiettivi definiti dal Pniec. La cosa oltremodo sconcertante è che la Regione blocca anche tutti gli impianti già autorizzati o in fase di autorizzazione se non rientrano nei criteri definiti».
Secondo Italia Solare, il provvedimento rischia di penalizzare fortemente la Sardegna da un punto di vista economico e ambientale, rallentando il passaggio alle rinnovabili. Anzi, in questo modo si lascia spazio a soluzioni insostenibili, come la realizzazione della dorsale del gas, nonostante studi autorevoli evidenzino la non convenienza per l’isola. “Se non verranno adottate misure correttive”, si legge in una nota dell’associazione, “la Sardegna subirà un incremento del costo dell’energia elettrica, aggravando ulteriormente la già complessa situazione economica locale e condannando l’isola a restare la regione con il maggior tasso di emissioni di CO2 pro-capite a causa degli impianti a carbone”.