Italia Solare: “Il decreto sul aree idonee è tutto da rifare; fotovoltaico fortemente penalizzato”

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Italia Solare esprime forte preoccupazione rispetto ai vincoli presenti nella bozza di decreto ministeriale “Aree Idonee”. In una lettera indirizzata alle istituzioni e alle principali forze politiche, l’associazione sottolinea come i vincoli penalizzino fortemente la realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli a terra in aree agricole. Tali vincoli si applicano infatti anche alle aree compromesse o di scarso interesse per l’uso agricolo perché in prossimità di strutture produttive o di infrastrutture. Inoltre, i vincoli si applicano anche a tutte le aree classificate agricole già dichiarate idonee dall’articolo 20, comma 8, del decreto legislativo 199/2021.

«Lo schema di decreto sulle aree idonee rappresenta una battuta d’arresto allo sviluppo delle rinnovabili. Una bozza in totale controtendenza rispetto a quanto dovrebbe fare il nostro Paese per abbattere i prezzi energetici e raggiungere il target di riduzione delle emissioni», dichiara Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare.

«Il testo proposto è orientato a frenare piuttosto che a favorire e governare un rapido ed efficiente sviluppo del fotovoltaico. Così come strutturato prevede obiettivi molto ambiziosi ma, anziché occuparsi di strumenti adeguati per raggiungerli, non se ne cura e anzi introduce seri ostacoli. La scarsa attenzione alla gestione della diffusione del fotovoltaico è, infatti, ancora più grave se si considera l’assoluta assenza di disposizioni per semplificare e accelerare, nelle aree idonee, i procedimenti autorizzativi, il collegamento degli impianti alla rete e la realizzazione di sistemi di accumulo. Si tratta di temi fondamentali per la crescita ordinata ed efficiente della produzione elettrica da rinnovabili».

Secondo quanto riportato dall’associazione, per il fotovoltaico preoccupa il fatto che le aree agricole classificate idonee siano trattate esattamente come quelle che non lo sono. Questo vale anche per le aree agricole già classificate idonee dalla legge. Rientrano, ad esempio, quelle limitrofe alle aree produttive (facenti parte delle cosiddette “Solar Belt”).

“È evidente che questo decreto avrà effetti assai negativi sulle bollette elettriche delle famiglie”, si legge ina una nota di Italia Solare. “E ancor più delle imprese, in considerazione degli impedimenti che si introdurrebbero alla realizzazione di impianti fotovoltaici nei pressi delle aree industriali.

Inoltre, le corsie preferenziali a favore degli impianti elevati da terra, previste nel decreto, porteranno a costi di realizzazione più elevati e a sicure problematiche di accettazione degli impianti da parte delle comunità locali. In questo modo si rende difficoltosa la diffusione del solare sul territorio italiano”.

Alla luce di tale considerazione Italia Solare sostiene con forza la necessità di individuare aree idonee nelle quali gli impianti siano realizzabili anche con moduli a terra e senza irragionevoli restrizioni.

Le limitazioni dovrebbero essere riservate alle aree diverse da quelle idonee e alle aree non idonee. E l’individuazione di queste ultime deve avere lo scopo di offrire agli operatori un quadro certo e chiaro di riferimento.

“Come se non bastasse”, continua Italia Solare, “la bozza di decreto ignora le previsioni dello schema di direttiva rinnovabili RED III. Seppure non ancora formalmente approvato, lo schema è stato oggetto di accordo in seno al Consiglio UE. Lo schema di direttiva reca, infatti, precise disposizioni in materia di mappatura delle aree necessarie per gli obiettivi 2030. Individua, tra esse, quelle per lo sviluppo accelerato delle rinnovabili, che presuppone il massimo uso delle stesse e non certo un utilizzo residuale limitato al 5/10 % come nella versione del testo del DM”.

Per leggere le osservazioni di Italia Solare alla bozza di decreto e le proposte di modifica, clicca qui. 

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