Da Casa Gas Free una petizione contro il rilancio del nucleare in Italia

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Casa Gas Free

Lo scorso 5 settembre l’associazione Casa Gas Free ha inviato una comunicazione al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Pichetto Fratin, contro il rilancio del nucleare in Italia. In particolare l’associazione ha indetto una petizione in vista della prima riunione della “Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile” fissata per il 21 settembre.

“La petizione ha superato le 3.600 firme in meno di tre giorni”, si legge in una nota rilasciata dall’associazione. “Tramite il Movimento Consumatori stiamo cercando di arrivare al tavolo di discussione del 21 settembre con il ministro Pichetto Fratin”.

Nel dettaglio le preoccupazioni dell’associazione si basano su varie considerazioni. In prima battuta, la scelta di riprendere la via del nucleare in Italia appare anacronistica, dopo due referendum popolari contro questa tecnologia, a distanza di 40 anni e con varie nazioni che stanno compiendo passi significativi verso la dismissione delle centrali nucleari esistenti. Paesi come la Germania, ad esempio, hanno già intrapreso il percorso dell’abbandono del nucleare.

Inoltre i progetti di centrali nucleari richiedono tempo per diventare operativi, con stime che indicano un periodo di 10-20 anni. Questi progetti comportano costi elevati che inevitabilmente ricadranno sulla collettività. Queste risorse potrebbero invece essere investite in tecnologie energetiche con fonti rinnovabili immediatamente fruibili ed economicamente più sostenibili.

Casa Gas Free sottolinea poi che l’ipotesi di scoprire in futuro scorie nucleari nei terreni agricoli appare inquietante. “Dovremmo imparare dalla nostra storia e concentrarci sulla protezione e la riqualificazione dell’ambiente, invece di esporre ulteriormente il nostro territorio e le nostre risorse naturali al rischio concreto di ecoreati ed ecodisastri”.

Infine per l’associazione l’Italia è una nazione soggetta a terremoti, esondazioni, frane e dissesti idrogeologici. “L’incidente di Fukushima in Giappone ha dimostrato, in modo tragico, gli enormi rischi connessi all’energia nucleare in aree sismiche. Riconsiderare lo sviluppo di centrali nucleari in un Paese con simili vulnerabilità naturali è una decisione molto rischiosa”.

Per firmare la petizione, clicca qui.