Esmc: “Allarme per la produzione fotovoltaica europea, invasione di moduli cinesi”

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L’European Solar Manufactoring Council (Esmc) si è fatto portavoce dei principali player dell’industria manifatturiera solare in Europa, che hanno inviato una lettera all’Unione europea nella quale si evidenzia la pericolosità dei prezzi eccessivamente bassi dei moduli fotovoltaici provenienti dalla Cina. “Le azioni intenzionali dei produttori cinesi minacciano il rinascimento dell’industria produttiva del solare in Europa”, si legge nella lettera.

Secondo i firmatari dello scritto, l’abbassamento dei prezzi dei moduli fotovoltaici è causato dallo stoccaggio presso i porti europei di una quantità di pannelli provenienti dalla Cina equivalente alla domanda europea di un intero anno. Nel complesso le importazioni dovrebbero raggiungere a fine 2023 i 120 GW, superando i 60 GW di nuovo installato previsti.

Come conseguenza, Esmc teme che la produzione di moduli fotovoltaici in Europa precipiti dai 9 GW del 2022 a circa 1 GW nel 2023. Inoltre l’associazione spiega che i produttori europei sono a rischio insolvenza.

Per questo i rappresentanti della manifattura fotovoltaica europea hanno richiesto all’Unione europea e ai suoi Stati membri di intraprendere azioni immediate.

Tra le azioni richieste spicca l’immediata esclusione dal mercato europeo di moduli fotovoltaici prodotti con manodopera a basso costo.

Nella lettera inviata all’Unione europea si richiede poi l’utilizzo in via emergenziale di moduli prodotti in Europa. Questo ad esempio in seno a progetti quali il piano Ukraine Facility per l’aiuto e la ricostruzione dell’Ucraina. Questa manovra “è fondamentale per la sopravvivenza di molte aziende manifatturiere europee”.

Infine gli associati a Esmc richiedono di incoraggiare installatori di impianti fotovoltaici a includere nei progetti una quota di componenti provenienti da siti produttivi europei.

“L’industria manifatturiera europea del fotovoltaico ha urgente bisogno di garanzie per quanto riguarda l’aumento della produzione nazionale a partire dal 2026. Si potrebbe iniziare con un obiettivo del 10%, da incrementare poi ogni anno fino a raggiungere l’obiettivo del 40% nel 2030, come stabilito dal Net-Zero Industry Act (Nzia)”, si legge sempre nella lettera dell’Esmc. “Tuttavia, l’attuale versione del Nzia manca dei necessari parametri di riferimento annuali, di meccanismi concreti o di un quadro obbligatorio, che è fondamentale per garantire i futuri investimenti nel settore”.

L’associazione Esmc conta in totale 65 membri tra i quali spiccano Rec, FuturaSun, Meyer Burger, Midsummer e Sunerg.