Martedì 13 febbraio il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato il decreto che incentiva l’agrivoltaico innovativo di natura sperimentale. Obiettivo del provvedimento, che entrerà in vigore a partire dal 14 febbraio 2024, è la realizzazione di almeno 1,04 GW di nuovi impianti entro il 30 giugno 2026.
La misura prevede l’erogazione di un contributo a fondo perduto, finanziato dal Pnrr, pari al 40% dei costi ammissibili. A ciò si abbina una tariffa incentivante a valere sulla quota di energia elettrica netta immessa in rete. Complessivamente, gli incentivi ammontano a 1,7 miliardi di euro. Il GSE erogherà gli incentivi per un periodo di 20 anni.
Entro i prossimi quindici giorni saranno approvate dal ministero, su proposta del GSE, le regole operative. Queste dovranno disciplinare le modalità e le tempistiche di riconoscimento degli incentivi per l’agrivoltaico innovativo. Il GSE, soggetto gestore della misura, emanerà un primo avviso pubblico per la presentazione delle istanze entro trenta giorni dall’approvazione delle regole.
L’accesso al meccanismo è garantito attraverso l’iscrizione di appositi registri o con la partecipazione a procedure competitive. Le procedure di registro, per un contingente complessivo di 300 MW, sono riservate a impianti di potenza fino a 1 MW realizzati da imprenditori agricoli e loro aggregazioni. Le procedure competitive, per un contingente complessivo di 740 MW, sono riservate a impianti di qualsiasi potenza realizzati da imprenditori agricoli e loro aggregazioni, o associazioni temporanee di impresa che includono almeno un imprenditore agricolo.
«Con questo decreto», spiega il ministro Gilberto Pichetto Fratin, «aggiungiamo un altro tassello alla nostra strategia energetica, valorizzando in questo caso la grande potenzialità del settore agricolo impegnato nella transizione.
Il doppio binario incentivante che abbiamo predisposto può essere una bella opportunità per decarbonizzare, migliorando la redditività dei suoli. Un modo, insomma, per far convergere l’affermazione della qualità agricola italiana, unica nel mondo, con la spinta agli obiettivi climatici».
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