Anie Rinnovabili esprime serie preoccupazioni per le recenti novità normative introdotte dai decreti Agricoltura e Aree Idonee e da alcune iniziative regionali, come quelle della Sardegna, che rischiano di minare lo sviluppo e la crescita economica dell’intera filiera del fotovoltaico,. Secondo l’associazione, infatti, le recenti misure normative introdotte, oltre a vietare l’installazione a terra degli impianti sulla maggioranza del suolo agricolo, limiteranno l’applicazione della strategia per la decarbonizzazione e l’opportunità di ridurre il costo dell’energia.
Anie sottolinea come le due misure potranno introdurre aree di rischio normativo che amplificheranno in modo sostanziale l’incertezza del settore. La discrezionalità delle Regioni nell’applicazione dei criteri per le aree idonee potrebbe poi comportare la nascita di contenziosi legali. Potrebbe inoltre rallentare i processi decisionali, rendendoli poco chiari e minandone la trasparenza.
Le Regioni, inoltre, potrebbero azzerare le aree idonee qualora venissero applicate le fasce di rispetto dei 7 km stabiliti dal codice del paesaggio. L’esempio della Regione Sardegna, che con la Legge Regionale n. 5 del 3 luglio 2024 ha sospeso gli iter autorizzativi e la costruzione di impianti già avviati, è indicativo della situazione che potrebbe verificarsi. Per questo, Anie Rinnovabili auspica da parte del Consiglio dei Ministri l’impugnazione della legge.
«Alla luce di queste criticità», spiega Andrea Cristini, presidente di Anie Rinnovabili, «auspichiamo un intervento urgente per risolvere le incoerenze normative. Dobbiamo sostenere la filiera italiana delle rinnovabili, strategica per la sicurezza energetica del Paese e per il raggiungimento degli obiettivi europei. Chiediamo pertanto l’apertura di un dialogo costruttivo con il Mase, il Masaf, il MIC e il Mimit.
Il comparto delle energie rinnovabili è una risorsa strategica per garantire la sicurezza energetica e sostenere lo sviluppo economico del Paese. Nel 2023 questo mercato ha contribuito per 10,7 miliardi di euro, con un incremento del 33% rispetto al 2022. Per mantenere questa traiettoria positiva e affrontare le sfide del mercato energetico globale, è essenziale un mix energetico che assicuri prezzi competitivi e favorisca l’innovazione tecnologica».