Anie Rinnovabili: “Semplificare gli iter per dare slancio a impianti FV di taglia utility”

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Anie Rinnovabili chiede che nel DL Semplificazione si intervenga sugli iter autorizzativi al fine di sbloccare gli investimenti nella costruzione di impianti fotovoltaici di taglia utility.

La richiesta è quella di razionalizzare, semplificare e accelerare gli iter garantendo tempi certi per un mercato, quello delle fonti rinnovabili, che traina una molteplicità di filiere di produttori di componenti e di fornitori di servizi anche in ambito di infrastrutture energetiche, di sistemi di accumulo e di digitalizzazione.

Il presidente di Anie Rinnovabili, Alberto Pinori, sottolinea che ci sono due ragioni che inducono a sostenere la necessità di un intervento sui procedimenti autorizzativi: «In primo luogo la transizione energetica in atto, cui non possiamo sottrarci, ci impone per raggiungere gli obiettivi al 2030 almeno di triplicare la produzione da fotovoltaico incrementando la potenza installata di 30 GW, sfruttando il potenziale sia degli impianti a tetto sia di quelli a terra, di raddoppiare quella dell’eolico aumentando la potenza installata di 9 GW, incrementare la capacità dei sistemi di accumulo diversi dal pompaggio dagli attuali 0,5 GWh ai 39 GWh del 2030 ed il phase-out di 8 GW di centrali a carbone».

In secondo luogo, sempre secondo il presidente dell’associazione, «l’immediata disponibilità di aziende, sia nazionali che internazionali, che non riescono ad investire nel nostro paese a causa di impedimenti burocratici anche nei casi in cui, come per il fotovoltaico a terra, non vi sia la necessità di alcun supporto economico da parte dello Stato. Le mancate autorizzazioni compromettono gli investimenti programmati dal Pniec ed in assenza di un cambio di rotta causerebbero una perdita di investimenti di circa 130 miliardi di euro per fonti rinnovabili, sistemi di accumulo ed infrastrutture nei prossimi 10 anni».

Per queste ragioni l’associazione chiede al Governo, come si legge in una nota, “un supporto importante per continuare ad essere un Paese attrattivo per gli investitori del settore ed un incisivo intervento volto a semplificare i procedimenti autorizzativi superando gli schemi e l’atteggiamento avverso alla green economy. Occorre superare i timori riguardanti gli impianti a terra così come negli anni ha fatto il Ministero dell’Ambiente. Gli impianti FER, infatti, hanno impatto zero sul territorio perché sono strutture completamente removibili ed hanno impatto positivo per l’assetto idrogeologico di tutta l’area circostante l’impianto”.

Secondo Anie, il recepimento della direttiva delle fonti rinnovabili rappresenta un’opportunità da cogliere “in quanto prevede procedure autorizzative di durata non superiore a due anni, a cui abbinare un unico format standardizzato per il rilascio delle autorizzazioni a livello nazionale, capace di equiparare i tempi, le modalità e le procedure”.

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