Crescono le FER nel mix energetico: affidabilità della rete a rischio

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Terna

Con l’aumento della quota di produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare da solare ed eolico, l’affidabilità della rete e la sicurezza dell’approvvigionamento potrebbero essere compromesse.

È quanto emerge dalla ventiduesima edizione del World Energy Markets Observatory, report annuale realizzato da Capgemini in collaborazione con De Pardieu Brocas Maffei, Vaasa ETT e Enerdata. Lo studio evidenzia come quest’anno si siano verificate una serie di problematiche sulla rete sia in Europa sia negli Stati Uniti.

Ad aprile 2020, durante il lockdown, con la diminuzione del consumo di energia elettrica in Europa e condizioni climatiche più favorevoli dovute a maggior luce e vento, si è registrato un aumento delle quote di energia rinnovabile all’interno della rete fino al 60-70%. Si sono registrati dei blackout parziali in Germania e nel Regno Unito, a dimostrazione del fatto che le reti e le normative debbano ancora adeguarsi per far fronte all’elevata quota di energie rinnovabili.

In California, invece, verso la metà di agosto 2020 si sono verificati diversi blackout. La fornitura di energia elettrica dello stato americano dipende per il 33% da fonti rinnovabili, per lo più da energia solare. Ma d’estate, con consumi di aria condizionata molto elevati, risulta difficile soddisfare i bisogni energetici esclusivamente attraverso l’energia solare.

«Numerosi strumenti e risorse digitali hanno raggiunto la maturità e sono disponibili per migliorare prevedibilità, affidabilità e stabilità della rete, oltre alla sicurezza dell’approvvigionamento, accelerando la transizione energetica», spiega Marco Perovani, director di Capgemini in Italia.

Lo studio di Capgemini identifica diversi modi per migliorare l’equilibrio della rete laddove questa presenti un’elevata quota di fonti rinnovabili, in particolare attraverso una migliore previsione della produzione di energia, opzioni di stoccaggio a zero emissioni di carbonio e, soprattutto, sviluppo a breve termine di batterie e altre tecnologie a idrogeno.

Proprio in merito a queste ultime tecnologie, all’interno dello studio emerge come oggi il costo delle batterie per veicoli elettrici e dei sistemi di accumulo stazionario siano nuovamente diminuiti nel 2019, con un calo del 19% per la tecnologia al litio. Al contempo, l’Europa sta compiendo passi in avanti nello sviluppo delle tecnologie a idrogeno, che potrebbero risultare utili nella stabilizzazione della rete.

A luglio 2020 la Commissione Europea ha deciso di stanziare una cifra compresa tra i 180 e i 470 miliardi di euro da investire entro il 2050 per portare la quota di energia da idrogeno green al 12-14% all’interno del mix energetico europeo.

“Far leva su digitalizzazione, intelligenza artificiale e automazione per ottenere una maggiore precisione nel prevedere e gestire la domanda, così come implementare la smart grid su scala rappresentano strategie per migliorare la gestione di un mix energetico ben distribuito”, si legge nel report.

Per maggiori informazioni e scaricare il report, clicca qui

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