La ripartizione dei contributi GSE ai membri delle comunità energetiche (CER) non costituisce una distribuzione di utili. Pertanto è possibile realizzare una comunità energetica anche con strutture semplici di carattere associativo.
È quanto conferma l’Agenzia delle Entrate in risposta a un’istanza di Italia Solare relativa al trattamento fiscale di questi contributi in comunità energetiche costituite in forma di enti non commerciali. Questo parere dell’Agenzia delle Entrate è importante perché conferma un percorso più semplice per la costituzione delle CER.
Italia Solare aveva chiesto chiarimenti sul trattamento tributario delle restituzioni che la comunità energetica, costituita in forma di ente associativo del terzo settore, può operare a favore dei propri membri o soci. L’associazione ha anche avanzato la tesi che queste somme non si trasformano mai in utile dell’esercizio della comunità.
L’Agenzia delle Entrate, in risposta, conferma che i proventi derivanti derivanti dalla vendita dell’energia sono riconducibili alla categoria dei redditi diversi.
Inoltre l’Agenzia evidenzia che il corrispettivo ricevuto dal GSE e attribuito ai partecipanti assume rilevanza reddituale in capo ai singoli membri. Non quindi in capo alla comunità energetica. “Pertanto” si legge nel documento “la restituzione delle somme da parte di una CER costituita nella forma di ETS ai propri associati non costituisce aggiramento del principio di divieto di distribuzione degli utili sancito nel citato articolo 8”.
Tra l’altro, precisa sempre l’Agenzia delle Entrate, l’obiettivo principale della comunità è quello di fornire benefici ambientali, economici o sociali e non quello di realizzare profitti finanziari. Per cui secondo l’Agenzia è da escludere che l’attribuzione degli incentivi possa considerarsi distribuzioni di utili.
Per leggere il testo completo della risoluzione 37 del 22 luglio 2024 dell’Agenzia delle Entrate clicca qui.
