Lo studio legale internazionale DLA Piper ottiene la rimessione alla Consulta del contributo solidaristico 2023 per le rinnovabili. Sarà la Corte Costituzionale a decidere se tale contributo, previsto dalla Legge di Bilancio 2023, è conforme al diritto dell’Unione europea e ai principi costituzionali di eguaglianza, non discriminazione e capacità contributiva.
È quanto stabilito dall’ordinanza del TAR di Roma lo scorso 16 gennaio 2024, resa nel giudizio proposto da un operatore del comparto dei produttori di energia da fonte rinnovabile.
Accogliendo le tesi difensive degli avvocati di DLA Piper, è stato osservato che la misura nazionale non tiene conto dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario. Non può pertanto ritenersi una misura “equivalente” al contributo temporaneo europeo, avendo posto tale contributo a carico di soggetti diversi. La norma non limita l’applicazione di tale contributo agli utili eccedenti generati da imprese dell’Unione che svolgono attività nei settori del petrolio greggio, gas naturale, carbone e raffinazione. Anzi, essa ha incluso anche, per esempio, quelli dei produttori di energia da fonte rinnovabile. Questi sono specificamente esclusi a livello sovranazionale in quanto già destinatari di altre misure.
In secondo luogo, le disposizioni citate non sarebbero idonee ad individuare e determinare gli extraprofitti realizzati che la norma intende tassare con fine perequativo, con conseguente violazione anche dei principi di uguaglianza e di capacità contributiva.
“Come si vede, l’ordinanza accoglie tutte le nostre tesi difensive, lasciandoci fiduciosi in merito ad una pronuncia favorevole. A questo punto, ci attendiamo una decisione della Corte Costituzionale nei prossimi mesi”, si legge in una nota rilasciata dagli avvocati di DLA Piper.