Crediti incagliati: le banche e le assicurazioni non intendono intervenire

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Stando a quanto riportato dall’Agenzia delle Entrate, nel sistema bancario risulterebbe una capacità di acquistare e assorbire in compensazione ulteriori bonus edilizi per circa 7,2 miliardi di euro. Capacità che sale a 10,2 miliardi nel sistema assicurativo.

Sono dati citati dal direttore dell’Agenzia Ernesto Maria Ruffini. Secondo Ruffini quindi banche e assicurazioni avrebbero capacità fiscale per acquisire 17 miliardi dei cosiddetti crediti incagliati. «Il tema è liberare la capacità fiscale di questi soggetti per poterne comprare altri», suggerisce il direttore dell’Agenzia delle Entrate.

Tuttavia secondo il sistema bancario e assicurativo, questi dati non tengono conto dei bonus già impegnati anche se ancora non caricati nel cassetto fiscale sulla piattaforma ufficiale per le cessioni. Inoltre, alcuni istituti come Intesa Sanpaolo e Unicredit hanno confermato di aver raggiunto capienza massima da mesi.

Stando ai dati resi noti dal sistema bancario, tra il 2020 e il 2022 le banche hanno acquistato 77 miliardi di crediti. Inoltre, i crediti incagliati potrebbero essere più dei 19 miliardi conteggiati dall’Agenzia delle Entrate. Ma le cifre esatte si conosceranno solo dopo il 31 marzo, ovvero dopo la scadenza (prorogata dall’originale 16 marzo grazie al decreto Milleproroghe) per la comunicazione al fisco delle cessioni.

Sul fronte delle assicurazioni invece sembra non esserci intenzione da parte degli operatori di entrare in questo business. A oggi infatti solo 15 su 120 operatori del comparto assicurativo si sono attivati nel mercato dei crediti. E tra loro non ci sono nemmeno i colossi come Generali, Unipol o Allianz.

Sembra dunque poco probabile che lo sblocco dei crediti incagliati possa arrivare da interventi da parte di banche e assicurazioni. Tra l’altro sembrano iniziare a vacillare anche le proposte originarie di compensazioni dei bonus con gli F24. Occorrerà stare a vedere come sarà cambiato il decreto 11/2023 che ha sancito lo stop alle nuove cessioni e per il quale era possibile proporre emendamenti entro il 7 marzo.