Non c’è l’Italia nella classifica dei 30 principali EPC contractor al mondo stilata dal sito WikiSolar considerando i dati relativi al terzo trimestre del 2019. In rappresentanza dell’Europa, ci sono invece Norvegia, Germania e Spagna. La top 30, che elenca i contractor per capacità fotovoltaica cumulata, non tiene conto della Cina e considera solo progetti con una capacità di generazione di almeno 4 MW.
Analizzando la tabella, è evidente l’influenza dei mercati emergenti, aperti soprattutto a progetti fotovoltaici di taglia utility, tra i quali Egitto, Vietnam e Australia. La performance migliore è quella della società norvegese Scatec Solar, al 14° posto, che dall’inizio del 2018 al primo trimestre del 2019 è passata da 13 a 28 impianti gestiti grazie a progetti in Egitto, Brasile, Giordania e Malesia. Buono l’andamento dei contractor spagnoli Acciona (da 5 a 20 impianti), ACS (da 4 a 15 impianti), Gransolar (da 2 a 11 impianti), Sener (da 2 a 8 impianti) e TSK (da 4 a 13 impianti), trainato anche dalla rinnovata vivacità del mercato domestico e da progetti in Sud America. Il fiorente mercato australiano invece ha portato all’ascesa della società RCR Tomlinson, che a fine 2017 appariva in 4° posizione con 7 impianti, ma in seguito anche al suo collasso per insolvenza lo scorso novembre. Ora si trova infatti in 20° posizione, sempre con 7 impianti all’attivo.
Sterling & Wilson, Swinerton e Acme, che hanno svolto lavori su progetti per una capacità totale di 3,5 GW negli ultimi 18 mesi, si stanno contendendo il primo gradino del podio, attualmente occupato da First Solar. Quest’ultimo però si sta focalizzando sempre più sulla produzione di moduli ed è meno attivo sul fronte EPC. Allo stesso modo anche i produttori SunPower Corporation e Hanwha Q-Cells sono meno coinvolti nella gestione di impianti e stanno perdendo posizioni. Stesso discorso per Bechtel che negli ultimi cinque anni sembra essere stato inattivo in questo settore.
I tre principali contractor tedeschi Juwi, Belectric ed Enerparc stanno lavorando per mantenere le posizioni anche con attività in America e in Asia, incluso l’esplosivo mercato vietnamita.