Lo scorso 7 febbraio è stata pubblicata la legge 2 febbraio 2024, n. 11, che rappresenta la conversione, con modificazioni, del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181. Quest’ultimo contenente disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese.
Tra le misure introdotte da questa conversione emergono le questioni legate alla garanzia dei pannelli fotovoltaici incentivati giunti al fine vita. Nello specifico, all’art. 4-ter “Ulteriori disposizioni per la promozione di impianti a fonti rinnovabili”, alla lettera b) si trova una aggiunta che spiega: “...La somma trattenuta (dal GSE), pari al doppio di quella determinata sulla base dei costi medi di adesione ai consorzi ovvero ai costi determinati dai sistemi collettivi di gestione dei Raee riconosciuti e del medesimo importo per tutti i meccanismi incentivanti individuati dai Conti Energia…”. Viene dunque confermato il raddoppio delle trattenute da parte del GSE per i moduli fotovoltaici a fine vita non registrati presso i consorzi.
«Siamo soddisfatti delle ultime novità», ha affermato Ottavio Saia, amministratore unico del Sistema Collettivo E-Cycle. «È evidente la volontà del legislatore di restituire al sistema consortile nazionale un ruolo centrale nella gestione del fine vita dei moduli fotovoltaici incentivati. Nonostante possiamo vantarci di essere il consorzio che ha registrato più pannelli secondo l’opzione 118/2020, sono quasi due anni che evidenziamo, durante i tavoli di confronto con colleghi ed istituzioni, lo scarso appeal di tale soluzione, attribuendo l’insuccesso alla stretta corrispondenza tra la trattenuta operata dal GSE e l’importo richiesto dai consorzi, anch’esso definito per legge. Questa iniziativa del governo è decisamente un passo avanti in tal senso e favorisce un approccio professionale ed affidabile in tema di fine vita del fotovoltaico. In effetti, la misura non ammette dubbi in termini di obiettivo. Basti pensare che un impianto fotovoltaico di medio-piccole dimensioni (es. 1 MW) conta mediamente circa 44.000 pannelli. Lasciare il GSE per passare a un sistema collettivo farebbe risparmiare al soggetto responsabile una cifra come 44.000 euro a megawatt».
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