«Sono soddisfatto perché in assemblea plenaria a Marrakech, presenti capi di Stato e primi ministri, non si è dissolta la spinta emotiva dell’Accordo di Parigi. Nessuno potrà non tenere conto delle politiche di contenimento dell’effetto serra e della strada dell’economia circolare: chi non seguirà quella direzione resterà fuori dal mercato. Sarebbe difficile invertire la rotta anche per gli Stati Uniti di Trump. Non è un accordo reversibile, non si torna indietro». Così Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha commentato l’esito della Cop22, che si è conclusa in Marocco lo scorso 18 novembre, in un’intervista all’Eco di Bergamo.
«La conferenza era destinata a incrementare le regole stabilite a Parigi. Ora c’è un metodo trasparente di controllo, regole comuni per valutare la riduzione di CO2 e sapere se i dati comunicati siano veri. E ogni tre anni un Paese può correggere il proprio contributo al rialzo, mai al ribasso, per recuperare quel che manca per arrivare ai 2 o agli auspicabili 1,5 gradi. In Italia già il 40% dell’energia elettrica deriva da fonti rinnovabili. Ora ci sono provvedimenti inseriti in legge di Bilancio, ad esempio l’ecobonus. E poi c’è l’introduzione dell’ambiente in Industria 4.0, il nuovo piano economico del Paese. Abbiamo versato come Italia 250 milioni al fondo per la transizione verde, abbiamo coltivato una particolare attenzione verso le isole caraibiche e del Pacifico e i Paesi africani, che soffrono di più i cambiamenti climatici, fornendo un contributo economico e tecnico. Si vince o si perde tutti insieme. E a Marrakech», ha concluso il ministro, «ho lanciato la candidatura italiana per ospitare la conferenza nel 2020».
(sb)