Italia Solare ha delineato una serie di proposte per l’individuazione delle aree idonee e le ha sottoposte all’attenzione dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome, oltre che al presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani. L’associazione ha inviato queste proposte anche al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, al ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, al ministro della Cultura e al ministro delle Imprese e del Made in Italy.
Secondo l’associazione le aree idonee dovrebbero essere individuate assicurando un’adeguata distribuzione degli impianti sul territorio. Occorre inoltre tener conto della localizzazione dei consumi e della capacità della rete elettrica. Potrebbe quindi essere opportuno valutare le dimensioni ottimali degli impianti, in base alle peculiarità delle zone.
Tra le proposte di Italia Solare c’è il suggerimento di considerare tutte le coperture come aree idonee, le aree già impermeabilizzate, le cave e le discariche. Secondo l’Associazione, sono da ritenere idonee anche le aree nelle immediate vicinanze di stabilimenti industriali o di zone industriali, artigianali e industriali, anche se agricole.
Dovrebbero risultare idonei, anche per gli impianti a terra, i terreni agricoli non produttivi o non utilizzati per l’agricoltura. I terreni agricoli produttivi, invece, dovrebbero essere considerati idonei per i soli impianti agrivoltaici.
È inoltre necessario che le Regioni monitorino lo sviluppo degli iter autorizzativi, delle realizzazioni e delle connessioni. Questo per l’associazione è essenziale sia per tenere sotto controllo il raggiungimento degli obiettivi regionali previsti dal decreto in questione, sia per verificare l’efficacia dei provvedimenti regionali sulle aree idonee e, più in generale, per una valutazione complessiva del ruolo del fotovoltaico per lo sviluppo regionale.
Inoltre Italia Solare ritiene che il futuro del fotovoltaico dipenda anche dal consenso delle comunità locali. Per questo l’associazione è disponibile per un confronto su alcuni temi quali l’aggiornamento della disciplina delle misure di compensazione.
Si ritiene necessaria anche l’elaborazione di una guida per lo sviluppo, progettazione, realizzazione e gestione degli impianti. L’obiettivo è quello di favorire il dialogo con il territorio e la massimizzazione dei ritorni.
Risulta infine fondamentale una corretta gestione dei procedimenti di connessione e degli iter autorizzativi. Essi dovrebbero essere coerenti con gli esiti della programmazione delle Regioni sulle aree idonee.
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