Legambiente: nel 2022 solo l’1% dei progetti di impianti FV ha ricevuto l’autorizzazione

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A oggi in Italia sono 1.364 gli impianti da fonti rinnovabili in fase di VIA, di verifica di Assoggettabilità a VIA, di valutazione preliminare e di Provvedimento Unico in Materia Ambientale a livello statale. Il 76% di essi è distribuito tra Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. A fronte di questo elevato numero di progetti in valutazione, nel 2022 solo l’1% dei progetti di impianti fotovoltaici ha ricevuto l’autorizzazione. Si tratta del dato più basso degli ultimi quattro anni. Infatti nel 2019 a ricevere l’autorizzazione sono state il 41% delle istanze, per poi scendere al 19% nel 2020 e al 9% nel 2021.

Sono i dati resi noti da Legambiente che ha presentato oggi alla fera K.EY di Rimini il report “Scacco matto alle rinnovabili 2023”. L’associazione, congiuntamente al report, ha presentato anche un pacchetto di proposte. Infine ha presentato un’analisi su 4 leggi nazionali e 13 leggi regionali che frenano lo sviluppo delle fonti rinnovabili.

Secondo Legambiente questi dati sono “preoccupanti se si pensa che negli ultimi anni sono aumentati sia i progetti presentati sia le richieste di connessione alla rete elettrica nazionale di impianti di energia da fonti rinnovabili. Quest’ultime sono passate da 168 GW al 31 dicembre 2021 ad oltre 303 GW al 31 gennaio 2023”, si legge in una nota dell’associazione. “Altro campanello d’allarme è rappresentato dalla lentezza delle installazioni, come emerge dagli ultimi dati Terna, appena 3.035 MW nel 2022, e l’incapacità produttiva del parco complessivo di sopperire alla riduzione di produzione”. Oltre agli iter autorizzativi e alla burocrazia di Regioni e Soprintendenze, a pesare sono anche i no delle amministrazioni comunali e le opposizioni locali.

legambienteIl report di Legambiente presenta 24 nuove case history che si sommano alle 20 dello scorso anno. Di fronte a questo quadro, Legambiente rilancia le sue proposte per accelerare lo sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia. A partire dall’aggiornamento delle Linee Guida per l’autorizzazione dei nuovi impianti ferme al 2010 e dal riordino delle normative. Per arrivare a un Testo Unico che semplifichi gli iter di autorizzazione, definisca ruoli e competenze dei vari organi dello Stato e dia tempi certi alle procedure.

«Al Governo Meloni torniamo a ribadire che il Paese non deve diventare l’hub del gas, ma quello delle rinnovabili», dichiara il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani. «Se davvero si vuole contrastare la crisi climatica, accelerare la transizione ecologica e centrare gli obiettivi di decarbonizzazione indicati dall’Europa, l’Italia deve puntare con fermezza su rinnovabili, efficienza, autoproduzione, reti elettriche e accumuli. In questo percorso, è indispensabile che il Governo metta in campo una politica di breve, medio e lungo periodo anche rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione non più rimandabili.

Primo fra tutti occorre semplificare l’iter dei processi autorizzativi per garantire certezza dei tempi. Occorre poi potenziare gli uffici delle Regioni che rilasciano le autorizzazioni affinché gestiscano meglio i progetti che si stanno accumulando. Occorre riordinare la normativa sulle rinnovabili e aggiornare il Pniec rispondendo al nuovo scenario energetico. Quest’ultimo dovrà evolvere verso la configurazione di nuovi paesaggi sempre più rinnovabili. Pensando sia agli obiettivi di decarbonizzazione al 2035 sia al modo migliore di integrarle nei territori».

Per scaricare il report di Legambiente, clicca qui