Dall’italiana Mipu un software per prevedere la produzione energetica di impianti FV

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Mipu, azienda italiana specializzata in tecnologie predittive, ha realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano un software di intelligenza artificiale che consentirà di prevedere in maniera accurata quanta energia riuscirà a produrre un impianto fotovoltaico con un margine di errore inferiore al 5%.

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Davide Paganini (secondo da destra), energy product owner di Mipu

Il sistema di intelligenza artificiale è stato realizzato grazie a un bando della Commissione Europea insieme ad EIT InnoEnergy. Sarà disponibile sul portale del progetto Platoon finanziato dal programma Horizon 2020 e finalizzato alla digitalizzazione del settore energetico.

«Grazie alla collaborazione con il Politecnico di Milano, siamo riusciti a realizzare un modello accurato con attendibilità superiore al 95%», spiega Davide Paganini, energy product owner di Mipu.

«Il modello sfrutta dati meteo e di produzione energetica sia storici sia previsionali. Esso rende disponibile la previsione di energia prodotta attraverso un’app sulla piattaforma Platoon. Si tratta di un lavoro complesso, che Mipu ha portato a termine con anticipo rispetto alla tempistica prevista».

Sfruttando i dati raccolti dall’impianto in funzione al Politecnico di Milano, Mipu ha calcolato quanta energia produce un modulo in un anno, in un mese, in una settimana, in un giorno.

«Questo modello consentirà di capire quanta corrente serve produrre in determinati giorni per evitare spreco di risorse. Ma anche per massimizzare lo sfruttamento delle fonti rinnovabili, in un’ottica di sostenibilità e basse emissioni», aggiunge Davide Paganini.

Con EIT InnoEnergy e il progetto Platoon sono in corso di implementazione altre iniziative per aumentare lo sfruttamento di energia rinnovabile. Ma anche per migliorare la gestione delle reti energetiche smart, l’efficienza energetica e l’ottimizzazione delle risorse. Per fare ciò è necessario avere un alto grado di prevedibilità delle fonti.

«In questo modo, si potrà entrare davvero in una strategia di politica energetica di un Paese, aiutando a diminuire gli sprechi. Ma anche ad aumentare la produzione da fonti rinnovabili e unendo un’alta dispacciabilità dell’energia. Allora riusciremo a mettere in atto una vera transizione energetica», conclude Davide Paganini.