Sette associazioni si rivolgono al Mise in difesa dei Certificati Bianchi per impianti fotovoltaici

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Le associazioni Adusbef, Codici, Greenpeace, Italia Solare, Legambiente, Kyoto Club e WWF hanno rivolto una richiesta al ministero dello Sviluppo Economico in difesa dei Certificati Bianchi per impianti fotovoltaici. Il documento “Proposte per il potenziamento e la qualifica del meccanismo dei Certificati Bianchi” prevede infatti una riduzione degli incentivi agli interventi di efficienza energetica, se non addirittura un’eliminazione degli stessi quando si parla di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. In particolare, al punto 6.1 si legge: “Appare possibile razionalizzare i vari strumenti di promozione, escludendo dai Certificati Bianchi le schede concernenti gli interventi di piccola taglia già compresi nel Conto Termico, nelle detrazioni fiscali o negli incentivi relativi alla produzione (anche cogenerativa) di energia elettrica rinnovabile”.

“Le direttive comunitarie dicono che l’utilizzo di fonti rinnovabili per l’autoconsumo di energia elettrica e termica è un intervento di efficienza energetica, e ciò è stato confermato dallo stesso ministero per lo Sviluppo Economico quando gli fu richiesto un parere dall’Agenzia delle Entrate” si legge nella lettera delle associazioni. “Il ministero prevede poi l’esclusione dei Certificati Bianchi per tutti quegli interventi per i quali è prevista la detrazione fiscale. Si ritiene ingiustificato e vessatorio escludere i Certificati Bianchi laddove vi siano detrazioni, essendo già prevista la non cumulabilità”. Il ministero propone di andare inoltre a rivedere retroattivamente i progetti di efficienza energetica già approvati. Tutto ciò pare configurare la volontà di intervenire retroattivamente sugli incentivi già connessi e di instaurare un sistema di complessità, tale da fare sì che una parte molto significativa degli operatori possa compiere sbagli formali che gli precludano l’accesso agli incentivi o peggio causino fra qualche anno la restituzione di quanto ottenuto. “Noi chiediamo di continuare ad incentivare l’autoproduzione da fonte rinnovabile; mantenere l’attuale flessibilità in relazione ai soggetti che possono richiedere i Certificati Bianchi ed evitare limitazioni burocratiche; mantenere una struttura che premi tutti gli interventi di efficienza senza discriminazioni. Se fosse approvata la proposta del ministero, i risparmi effettuati e contabilizzati diminuirebbero certamente in modo sostanziale. Gli unici soggetti che ne avrebbero conseguenze positive sarebbero produttori di energia da fonte termoelettrica, venditori e distributori di gas ed energia elettrica”.

(s3)